Charles DARWIN: Diario di un naturalista giramondo Una ricerca nei campi della biologia, della geologia e dell’antropologia che ha rivoluzionato il mondo delle scienze naturali

Pubblicato in Italia anche con i titoli “Viaggio di un naturalista intorno al mondo“ e “Il viaggio meraviglioso di Charles Darwin” (The Voyage of the Beagle) è un libro scritto da Charles Darwin, pubblicato nel 1839 che gli conferì notevole fama e rispetto. Il titolo è riferito alla seconda spedizione della nave HMS Beagle, che salpò da Plymouth, il 27 dicembre 1831 sotto il comando del capitano Robert Fitzroy.

Inizialmente la durata della spedizione fu prevista per due anni, ma in realtà ne durò quasi cinque; infatti il Beagle non ritornò a Plymouth, fino al 2 ottobre1836. Darwin trascorse la maggior parte del suo tempo ad esplorare il terreno[1]. Il libro, noto anche come “Darwin’s Journal of Researches”[2], è un vivido ricordo di un emozionante viaggio, nonché una dettagliata ricerca scientifica nei diversi campi della biologia, della geologia, e dell’antropologia. Era la dimostrazione che Darwin era dotato un notevole spirito di osservazione, scritto in un momento in cui gli europei occidentali avevano dato inizio ad una massiccia esplorazione del pianeta.

I capitoli del libro sono ordinati per luoghi e località, piuttosto che per ordine cronologico. Le osservazioni trascritte da Darwin in questo libro sarebbero state usate per sviluppare, in seguito, la sua teoria sulla selezione naturale e sull’evoluzione delle specie.

Note

Tre anni e tre mesi a terra; 18 mesi in mare.
Trad. Ing. “Le ricerche ufficiali di Darwin”

Respinto indietro due volte, da un forte vento di sud-ovest, il brigantino da guerra Beagle della regia marina inglese, comandato dal capitano Fitz-Roy, salpò finalmente da Devonport il 27 dicembre 1831. La spedizione aveva per iscopo di fare una ispezione compiuta della Patagonia e della Terra del Fuoco, ispezione cominciata dal capitano King dal 1826 al 1830 – esaminare le spiaggie del Chilì, del Perù e quelle di alcune isole del Pacifico – e fare una serie di misure cronometriche intorno al mondo. Giungemmo il 6 gennaio a Teneriffa, ma non ci fu permesso sbarcare, perchè si temeva a terra che noi portassimo loro il cholera.

L’indomani mattina vedemmo spuntare il sole dietro lo scosceso profilo della grande isola delle Canarie, ed illuminare repentinamente il Picco di Teneriffa, mentre le parti più basse erano velate da leggere nubi. Questo fu il primo di una lunga serie di giorni deliziosissimi che non ho mai più dimenticato. Il 16 gennaio 1832, gettammo l’àncora a Porto Praya, a Sant’Iago, la principale isola dell’arcipelago del Capo Verde.

Veduto dal mare il contorno di Porto Praya ha un aspetto desolato. Il fuoco dei vulcani di epoche remote, ed il calore ardentissimo del sole dei tropici, hanno reso in molti punti il suolo inetto alla vegetazione. Il paese sale con successivi altipiani, frammisti ad alcune collinette a cono tronco, e l’orizzonte è limitato da una catena irregolare di monti più alti.

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TRATTATO DELLA PITTURA di LEONARDO DA VINCI

Leonardo da Vinci: Codex on the Flight of Birds






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